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SUE PREGHIERE

 

PREGHIERA DEL DONATORE DI SANGUE
SCRITTA DA S. S. GIOVANNI XXIII

O Gesù salvatore, che hai detto: «Tutto ciò che avete fatto a uno dei più piccoli fra i miei fratelli, l'avete fatto a me» (Mt. 25, 40), guarda propizio all'offerta che ti facciamo.
Le angosce dei sofferenti, tuoi fratelli e nostri, ci spingono a dare un po' del nostro sangue, perché ad essi ritorni il vigore della vita; ma vogliamo che tale dono sia diretto a Te, che hai sparso il tuo sangue prezioso per noi. Rendi, o Signore la nostra vita feconda di bene per noi, per i nostri cari, per gli ammalati, sostienici nel sacrificio, perché sia sempre generoso, umile e silenzioso. Fa che con fede sappiamo scoprire il tuo volto nei miseri per prontamente soccorrerli; ispira e guida le nostre azioni con la pura fiamma della carità, affinché, se compiute in unione con Te, raggiungano la perfezione e siano sempre gradite al Padre celeste. Così sia.

 

PENTECOSTE

(1962)

Spirito Santo Paraclito perfeziona in noi l'opera iniziata da Gesù; rendi forte e continua la preghiera che facciamo in nome del mondo intero; accelera in ciascuno di noi i tempi di una profonda vita interiore; dà slancio al nostro apostolato che vuol raggiungere tutti gli uomini e popoli, tutti redenti dal sangue di Cristo e tutti sua eredità. Mortifica in noi la naturale presunzione e solleva nelle regioni della santa umiltà, del vero timor di Dio, del generoso coraggio. Che nessun legame terreno ci impedisca di far onore alla nostra vocazione: nessun interesse, per ignavia nostra, mortifichi le esigenze della giustizia; nessun calcolo riduca gli spazi immensi della carità dentro le angustie dei piccoli egoismi. Tutto sia grande in noi: la ricerca e il culto della verità, la prontezza al sacrificio fino alla croce; tutto, infine, corrisponda alla estrema preghiera del Figlio al Padre celeste, e a quella effusione di Te, o Spirito Santo d'amore, che il Padre e il Figlio vollero sulla Chiesa, e sulle istituzioni, sulle singole anime e sui popoli. Amen.

 

MESSAGGIO AGLI INFERMI

Rasserenati: Dio è con te. Soffri, è vero, ma Egli ti è vicino, fidati di Lui, come ti fideresti di tuo padre. Se ha permesso che tu soffra è perché ne scorge un bene che tu oggi non conosci ancora. La tua serenità è nel "fidarti di Dio" che non è capace di deludere mai.

 

XV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE

(11-09-1953)

Sacramento di amore resta Tu sempre in alto al vertice della dottrina e della devozione dei cattolici, senza ingombri. E sciogli le nostre menti ai voli del pensiero, i nostri cuori alla dilatazione della carità, i nostri passi al compimento dei supremi ideali di giustizia e di pace sociale. Così sia. Così sia.

 

XVI CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE

(13-09-1959)

O Gesù, re delle genti e dei secoli, accogliete gli atti di adorazione e di lode che noi, vostri fratelli di adozione, umilmente vi tributiamo. Voi siete «il Pane vivo disceso dal cielo, che dà la vita al mondo»; sommo sacerdote e vittima, vi immolaste sulla croce in sacrificio cruento di espiazione all'Eterno Padre per la redenzione del genere umano, ed ora vi offrite quotidianamente sui nostri altari per le mani dei vostri ministri, a fine di instaurare in ogni cuore il vostro «regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace». O «Re della gloria», venga dunque il vostro regno! Regnate, dal vostro «trono di grazia», nei cuori dei fanciulli, perché conservino immacolato il candido giglio dell'innocenza battesimale. Regnate nei cuori dei giovani, affinché crescano sani e puri, docili alla voce di coloro che vi rappresentano nella famiglia, nella scuola, nella chiesa. Regnate nel focolare domestico, affinché genitori e figli vivano concordi nella osservanza della vostra santa legge. Regnate nella nostra patria, affinché tutti i cittadini, nell'ordine e nell'armonia delle classi sociali, si sentano figli di uno stesso Padre celeste, chiamati a cooperare al comune bene temporale, felici di appartenere all'unico corpo mistico, di cui il vostro sacramento è insieme simbolo e imperitura sorgente. Regnate, infine, o Re dei re e «Signore dei signori», su tutte le nazioni della terra ed illuminate i reggitori di ciascuna affinché, ispirandosi al vostro esempio, nutrano «pensieri di pace e non di afflizione». O Gesù Eucaristico, fate che tutti i popoli servano liberamente a voi, consapevoli che «servire a Dio è regnare». I1 vostro sacramento, o Gesù, sia luce alle menti, forza alle volontà, attrazione dei cuori. Sia esso sostegno ai deboli, conforto ai sofferenti, viatico di salvezza ai morenti; e a tutti «pegno di futura gloria». Amen.

 

CONSEGNA DEL CROCEFISSO A 510 MISSIONARI

(11-10-1959)

Guardate, o Signore, a questi vostri figli, sacerdoti, suore e laici, che lasciano ogni cosa, per rendere testimonianza alla vostra parola ed al vostro cuore. Siate per ciascuno di essi «il protettore potente, il forte presidio, il riparo contro gli ardori, il rifugio contro il sole di mezzogiorno, l'aiuto per non inciampare, il soccorso nelle cadute». Sosteneteli nei momenti difficili; reggete le loro forze, consolate i loro cuori, coronate di spirituali conquiste il loro lavoro. Essi non cercano umani successi, o beni caduchi: ma solo il vostro trionfo e il bene delle anime. La vostra immagine crocifissa, che li accompagnerà per tutta la vita, parli loro di eroismo, di abnegazione, di amore, di pace: sia loro di conforto e di guida, di luce e di forza, affinché, per mezzo loro, il vostro Nome benedetto si diffonda sempre più nel mondo, ed essi, attorniati da un numero sempre più grande di vostri figli, possano a voi cantare l'inno delta riconoscenza, della gloria e della redenzione. Guardate, o Signore, ai vostri missionari sacerdoti, suore e laici che lasciano ogni cosa per rendere testimonianza alla vostra parola e al vostro nome. Siate per ciascuno di essi il protettore potente,il forte presidio, il riparo contro gli ardori, il rifugio contro il sole di mezzogiorno, l'aiuto per non inciampare, il soccorso nelle cadute. Sosteneteli nei momenti difficili, reggete le loro forze, consolate i loro cuori, coronate di spirituali conquiste il loro lavoro. Essi non cercano umani successi o beni caduchi, ma solo il vostro trionfo e il bene delle anime. L'adorabile immagine di voi Crocifisso, che li accompagna per tutta la vita, parli loro di eroismo, di abnegazione, di amore, di pace. Sia loro di conforto e guida, di luce e di forza, affinché per mezzo loro, il vostro nome benedetto si diffonda ognor più nel mondo, ed essi, attorniati da un numero sempre più grande di vostri figli, possano a voi cantare l'inno della riconoscenza, della redenzione e della gloria. Amen. Papa Giovanni

 

XXIII FESTA DEL LAVORO

(1-05-1959)

O glorioso S. Giuseppe, che velasti la tua incomparabile e regale dignità di custode di Gesù e della Vergine Maria sotto le umili apparenze di artigiano, e col tuo lavoro ne sostentasti la vita, proteggi con amabile potenza i figli, che ti sono particolarmente affidati. Tu conosci le loro angustie e le loro sofferenze, perché tu stesso le provasti, al fianco di Gesù e della sua Madre. Non permettere che, oppressi da tante preoccupazioni, dimentichino il fine per cui sono stati creati da Dio; non lasciare che i germi della sfiducia si impadroniscano delle loro anime immortali. Ricorda a tutti i lavoratori che nei campi, nelle officine, nelle miniere, nei laboratori della scienza, non sono soli a operare, gioire e soffrire, ma che accanto ad essi c'è Gesù, con Maria, Madre sua e nostra, a sostenerli, a tergerne il sudore, a impreziosirne le fatiche. Insegna loro a fare del lavoro, come Tu hai fatto, uno strumento altissimo di santificazione.

 

MESSAGGIO AI LAVORATORI CRISTIANI

(1-05-1960)

O S. Giuseppe, Custode di Gesù, Sposo castissimo di Maria, che hai trascorso la vita nell'adempimento perfetto del dovere, sostentando col lavoro delle mani la Sacra Famiglia di Nazareth, proteggi propizio coloro che, fidenti, a Te si rivolgono. Tu conosci le loro aspirazioni, le loro angustie, le loro speranze: ed essi a Te ricorrono, perché sanno di trovare in Te chi li capisce e protegge. Anche Tu hai sperimentato la prova, la fatica, la stanchezza: ma, pure in mezzo alle preoccupazioni della vita materiale il tuo animo ricolmo della più profonda pace, esultò di gioia inenarrabile per l'intimità col Figlio di Dio, a Te affidato, e con Maria, sua dolcissima Madre. Fa che anche i tuoi protetti comprendano di non essere soli nel loro lavoro, ma sappiano scoprire Gesù accanto a sé, accoglierlo con la grazia, custodirlo fedelmente come Tu hai fatto. E ottieni che in ogni famiglia, in ogni officina, in ogni laboratorio, ovunque un cristiano lavora, tutto sia santificato nella carità, nella pazienza, nella giustizia, nella ricerca del ben fare, affinché abbondanti discendano i doni della celeste predilezione.

 

FESTA DELL'ASSUNTA

(15-8-1956)

Dal tuo trono di gloria, o Regina, o Madre, piega i tuoi occhi misericordiosi verso i miseri; ottieni il perdono; la giustizia del Figlio tuo si volga in grazia per tutti noi. La nostra fiducia in te corrobori la nostra speranza, rinsaldi i buoni propositi di vita cristiana, animata dalla carità forte e sincera. O Maria, o Maria! ti chiediamo... la chiarezza della dottrina che è dono dell'intelletto; la modestia del corpo,... la santità della vita, poiché questo è ciò che più vale sulla terra e per il cielo;... l'amore fraterno, cioè la concordia dei cittadini che è segreto di prosperità, perfezione di cristianesimo, sorgente inesausta di gaudio e di pace. Amen.

 

VISITA AL SANTUARIO DI LORETO

(4-10-1962)

Maria, Madre di Gesù e Madre nostra! Qui siamo venuti stamani ad invocarvi come prima stella del Concilio, che sta per avviarsi; come luce propizia al nostro cammino, che si volge fiducioso verso la grande assise ecumenica che è universale attesa. Vi abbiamo aperto l'animo Nostro, o Maria; l'animo che non è mutato con il passare degli anni, dal primo incontro degli inizi del secolo: Io stesso cuore commosso di allora, lo stesso sguardo supplichevole, la stessa preghiera. Nei quasi sessant'anni del Nostro sacerdozio, ogni Nostro passo sulle vie dell'obbedienza è stato segnato dalla vostra protezione, e null'altro mai vi abbiamo chiesto se non di ottenerci dal vostro Divin Figlio la grazia di un sacerdozio santo e santificatore. Anche l'indizione del Concilio abbiamo compiuto, voi lo sapete, o Maria, in espressione di obbedienza ad un disegno che ci parve veramente corrispondere alla volontà del Signore. Oggi ancora una volta, ed in nome di tutto l'episcopato, a voi, dolcissima Madre, che siete salutata Aiuto dei Vescovi, chiediamo per Noi, Vescovo di Roma e per tutti i vescovi dell'universo di ottenerci la grazia di entrare nell'aula conciliare della Basilica di San Pietro, come entrarono nel Cenacolo gli Apostoli e i primi discepoli di Gesù: un cuor solo, un palpito solo di amore a Cristo e alle anime, un proposito solo di vivere e di immolarci per la salvezza dei singoli e dei popoli. Così, per la vostra materna intercessione, negli anni e nei secoli futuri, si possa dire che la grazia di Dio ha prevenuto, accompagnato e coronato il XXI Concilio Ecumenico, infondendo nei figli tutti della santa Chiesa, nuovo fervore, slancio di generosità, fermezza di propositi. A lode di Dio onnipotente: Padre, Figlio e Spirito Santo, per la virtù del Sangue prezioso di Cristo, la cui pacifica dominazione è fiore di libertà e di grazia per tutte le genti per tutte le civiltà ed istituzioni, per tutti gli uomini. Amen. Amen.

 

RADIOMESSAGGIO DEL MERCOLEDÌ DELLE CENERI

(27-02-1963)

Signore Gesù! Che sul limitare della vostra vita pubblica vi ritiraste nel deserto, vogliate attrarre tutti gli uomini al raccoglimento che è inizio di conversione e di salute; staccatovi dalla carità di Nazareth e dalla dolcissima Madre vostra, voi voleste provare la solitudine, il sonno, la fame, e al tentatore che vi proponeva la prova dei miracoli, voi rispondeste con la fermezza della eterna parola, che è prodigio di grazia celeste. Non permettete che accorriamo alle fontane dissipate, né imitiamo il servo infedele, la vergine stolta, non permettete che il godimento dei beni della terra renda insensibile il nostro cuore al lamento dei poveri, degli ammalati, dei bimbi orfani, e degli innumerevoli fratelli nostri, che tuttora mancano del minimo necessario per mangiare, per ricoprire le ignude membra, per radunare la famiglia sotto un solo tetto. Le acque del Giordano scesero anche su di voi, o Gesù, sotto lo sguardo della folla, ma ben pochi allora poterono riconoscervi: e questo mistero di ritardata fede, o di indifferenza, prolungatosi nei secoli, resta motivo di dolore per quanti vi amano e hanno ricevuto la missione di farvi conoscere al mondo. Concedete ai successori degli apostoli e dei discepoli e a quanti prendono nome da voi e dalla vostra croce, di portare innanzi l'opera dell'evangelizzazione, di sostenerla con la preghiera, con la sofferenza, con l'intima fedeltà al vostro volere. E come voi, agnello di innocenza, vi presentaste a Giovanni in atteggiamento di peccatore, attraete anche noi, Gesù, nelle acque del Giordano. Là vogliamo accorrere per confessare i peccati nostri, e purificare le nostre anime. E come i cieli aperti annunziarono la voce del Padre nostro, che di voi, o Gesù, si compiaceva, così, superata vittoriosamente la prova, vissuto austeramente il periodo quaresimale, sugli albori della vostra resurrezione, possiamo riudire nelle intimità nostre la stessa voce del Padre celeste, che in noi riconosce i figli suoi. Oh, santa quaresima dell'anno misterioso del Concilio Ecumenico. Salga questa preghiera, in questa sera di sereno raccoglimento dalle singole case ove si lavora, si ama e si soffre. Gli Angeli del cielo raccolgano il sospiro di tante anime di piccoli innocenti, di giovani generosi, di genitori operosi e sacrificati e di quanti soffrono nel corpo e nello spirito, e lo presentino a Dio. Di là scenderanno copiosi i doni delle celesti consolazioni, di cui vuol essere pegno e riflesso la Nostra Benedizione Apostolica.

 

RADIOMESSAGGIO DI PASQUA

(SABATO SANTO 28-03-1959)

Salvatore di tutte le genti; o Gesù innocente vittima pasquale, che hai riconciliato i peccatori col Padre, effondi ogni desiderato dono su tutti e singoli i membri dell'umana famiglia, affinché questa tua luce che sta per riaccendersi discacci dalle menti le tenebre dell'errore: purifichi le intimità dei cuori; rischiari per ciascuno il tragitto della propria vocazione: e susciti nel mondo universo ardori ed imprese di carità, di giustizia, di amore e di pace.

 

RADIOMESSAGGIO DI PASQUA

(13-04-1963)

Principe della pace, Gesù Risorto, guarda benigno all'umanità intera. Essa da Te solo aspetta l'aiuto e il conforto alle sue ferite. Come nei giorni del tuo passaggio terreno, Tu sempre prediligi i piccoli, gli umili, i doloranti; sempre vai a cercare i peccatori. Fa' che tutti Ti invochino e Ti trovino, per avere in Te la via, la verità, la vita. Conservaci la tua pace, o Agnello immolato per la nostra salvezza: Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace! Allontana dal cuore degli uomini ciò che può mettere in pericolo la pace, e confermali nella verità, nella giustizia, nell'amore dei fratelli. Illumina i reggitori dei popoli, affinché, accanto alle giuste sollecitudini per il benessere dei loro fratelli, garantiscano e difendano il grande tesoro della pace; accendi le volontà di tutti a superare le barriere che dividono, a rinsaldare i vincoli della mutua carità, a essere pronti a comprendere, a compatire, a perdonare, affinché nel tuo nome le genti si uniscano, e trionfi nei cuori, nelle famiglie, nel mondo la pace, la tua pace.

 

PER LA DISCIPLINA STRADALE

Allontanate, o Signore ogni danno che possa pervenire agli uomini dalle difficoltà del viaggio, dalla stanchezza del corpo, dalla velocità inconsiderata... E come vi degnaste o Signore, di assegnare al figlio di Tobia l'Arcangelo Raffaele quale compagno di viaggio, così liberate i vostri figli da ogni pericolo dell'anima e del corpo, affinché camminando rettamente alla vostra presenza per le vie del mondo meritino di raggiungere il porto della eterna salvezza. Per Cristo Signor nostro. Amen, amen.

 

PREGHIERE DI PAPA GIOVANNI
IN ONORE DI GESÙ NELL'EUCARISTIA

O Sacramento di amore resta Tu sempre in alto al vertice della dottrina e della devozione dei cattolici, senza ingombri.

E sciogli le nostre menti ai voli del pensiero, i nostri cuori alla dilatazione della carità, i nostri passi al compimento dei supremi ideali di giustizia e di pace sociale. Così sia. Così sia.

Torino, Congresso Eucaristico Nazionale, 11 settembre 1953

Oh! il Sacramentum Ecclesiasticae unitatis... (Sacramento dell'unità della Chiesa) Signore Gesù, continua a darci questo pane quotidiano che è lo stesso Corpo tuo, questo vino che è il tuo Sangue prezioso a suggello della nostra unità nella Chiesa tua. Noi ti supplichiamo. E questa Chiesa tua, o Signore, degnati di sorreggerla e di conservarla quale l'hai voluta, una, santa, cattolica. Noi ti supplichiamo. Per il nostro Pontefice...e per quanti appartengono all'ordine ecclesiastico... mantienili in perfetta fedeltà di mente e di cuore.

Noi ti supplichiamo...Per il ritorno delle pecorelle sbandate alla unità dell'ovile, per quanti sono fuorviati e vaganti nelle tenebre dell'errore, perché siano condotti al lume del Vangelo, noi ti supplichiamo, o Signore, e così per la unità dei figli di Dio, per la pace delle singole nazioni, per l'universo intero, di cui tu sei il Salvatore e datore di libertà...Alla tua Chiesa, o Signore, concedi propizio i doni della unità e della pace, misticamente adombrati nella nostra oblazione ». Così il Signore ci ascolti e ci benedica. Amen.

Vicenza, Festa Eucaristica 23 settembre 1956

O Signore Gesù, salva il popolo tuo e benedici alla tua eredità, e mantieni questa diletta porzione del tuo gregge elevata verso le cose più alte e più pure che il tuo Vangelo contiene, e che sono sicura garanzia di fraternità e di progresso sociale, in ogni campo e in tutti i tempi. Noi continueremo a lodarti in tutti i giorni del vivere nostro, nella certezza della tua misericordia e nella dolcezza delle tue benedizioni, che penetrano nei cuori innocenti e li abbelliscono, che rianimano gli incerti, consolano gli afflitti, suscitano gli entusiasmi dell'apostolato cattolico e perennano sulla terra la fioritura delle tue beatitudini evangeliche. Così sia.

Venezia - Festa del Corpus Domini 20 giugno 1957

O Gesù benedetto, adorato, santo! Accogli dal trono della tua Eucaristica dimora, dal mistero del tuo grande Sacramento, l'omaggio dei figli di Roma, l'omaggio di tutti i figli della Chiesa Cattolica, Benedici a questa città, a tutti gli ordini che la compongono nel triplice orizzonte religioso, civico, sociale; come tu la volesti nelle tue provvidenziali disposizioni... Noi tutti ci allietiamo in te. Mantieni in tutti noi il triplice dono della unità, della libertà e della pace; mantienilo alla felicità ed alla prosperità del mondo intero.

A te, Gesù Eucaristico, noi leviamo ancora e sempre i nostri cuori, le nostre braccia, le nostre bandiere. Sii dunque sempre luce, soavità e benedizione per tutti. La tua Madre benedetta, che ci lasciasti come madre nostra, a noi si unisce nella invocazione e nel canto.

Roma, Festa del Corpus Domini, 28 maggio 1959

O Gesù, re delle genti e dei secoli, accogliete gli atti di adorazione e di lode che noi, vostri fratelli di adozione, umilmente vi tributiamo. Voi siete «il Pane vivo disceso dal cielo, che dà la vita al mondo»; sommo sacerdote e vittima, vi immolaste sulla croce in sacrificio cruento di espiazione all'Eterno Padre per la redenzione del genere umano, ed ora vi offrite quotidianamente sui nostri altari per le mani dei vostri ministri, a fine di instaurare in ogni cuore il vostro «regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace».

O «Re della gloria», venga dunque il vostro regno! Regnate, dal vostro «trono di grazia», nei cuori dei fanciulli, perché conservino immacolato il candido giglio dell'innocenza battesimale.

Regnate nei cuori dei giovani, affinché crescano sani e puri, docili alla voce di coloro che vi rappresentano nella famiglia, nella scuola, nella chiesa.

Regnate nel focolare domestico, affinché genitori e figli vivano concordi nella osservanza della vostra santa legge. Regnate nella nostra patria, affinché tutti i cittadini, nell'ordine e nell'armonia delle classi sociali, si sentano figli di uno stesso Padre celeste, chiamati a cooperare al comune bene temporale, felici di appartenere all'unico corpo mistico, di cui il vostro sacramento è insieme simbolo e imperitura sorgente. Regnate, infine, o Re dei re e «Signore dei signori», su tutte le nazioni della terra ed illuminate i reggitori di ciascuna affinché, ispirandosi al vostro esempio, nutrano «pensieri di pace e non di afflizione». O Gesù Eucaristico, fate che tutti i popoli servano liberamente a voi, consapevoli che «servire a Dio è regnare». Il vostro sacramento, o Gesù, sia luce alle menti, forza alle volontà, attrazione dei cuori. Sia esso sostegno ai deboli, conforto ai sofferenti, viatico di salvezza ai morenti; e a tutti «pegno di futura gloria». Amen.

Preghiera divulgata per il XVI Congresso Eucaristico Nazionale, 6-13/09/ 1959

O Pane divino, disceso dal cielo, per dare la vita al mondo!

O Pastore amabile delle anime nostre, dal vostro trono di gloria, ove «Dio nascosto» avvivate le famiglie e i popoli con la vostra grazia, riguardate alla diletta Nazione Italiana, che è tutta spiritualmente unita davanti a voi, per rinnovarvi l'espressione della sua fedeltà e del suo amore.

Ad essa avete fatto l'incomparabile dono di essere prescelta a sede del vostro Vicario in terra; da secoli essa canta le vostre lodi dalle sue cattedrali, dalle splendide tavole dei suoi artisti, dalle opere dei suoi poeti, dalla vita semplice e operosa delle sue città antiche. Fate che i suoi figli del territorio metropolitano, e i suoi emigranti che con tanta soddisfazione incontrammo nelle vie del mondo in Oriente e in Occidente, eredi consapevoli e fedeli della devozione dei padri, rimangono stretti a voi nella fermezza della fede, nella certezza della speranza, nell'ardore della carità.

Dall'altare, ove perennemente rinnovate il vostro sacrificio, siate sempre per essi il Maestro, il Consolatore, il Salvatore, Colui che dà il nutrimento che preserva dalla corruzione e dalla morte.

Vi raccomandiamo in particolar modo i malati, i poveri, gli indigenti e quanti chiedono pane e lavoro, per tutti e per ciascuno implorando il conforto della vostra Provvidenza; vi preghiamo per le famiglie, affinché siano centri fecondi di vita cristiana; vi presentiamo i giovani, speranza della Chiesa e della Patria, affinché, preservati dai pericoli dell'anima e del corpo, si preparino in serietà e letizia ai doveri della vita; vi preghiamo per i sacerdoti, per gli alunni del Santuario, per le anime consacrate, per gli educatori, per i lavoratori. Su tutti discenda l'abbondanza della vostra grazia affinché l'Italia, che da voi trae la sua vera grandezza, continui ad essere esempio di virtù gentili e generose, culla di santi, centro di verità e di luce.

Radiomessaggio per la chiusura del XVI Congresso Eucaristico nazionale di Catania, 13 settembre 1959.

O Gesù, Re delle genti e dei secoli, accogliete gli atti di adorazione e di lode che noi, Vostri fratelli di adozione, umilmente Vi tributiamo. Voi siete «il Pane vivo disceso dal cielo, che dà la vita al mondo»; Sommo Sacerdote e Vittima Vi immolaste sulla Croce in sacrificio cruento di espiazione all'Eterno Padre per la redenzione del genere umano, ed ora Vi offrite quotidianamente sui nostri Altari per le mani dei Vostri ministri, a fine di instaurare in ogni cuore il Vostro «regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace». O «Re della gloria», venga dunque il Vostro Regno! Regnate dal Vostro «trono di grazia» nei cuori dei fanciulli, perché conservino immacolato il candido giglio dell'innocenza battesimale. Regnate nei cuori dei giovani, affinché crescano sani e puri, docili alla voce di coloro che Vi rappresentano nella famiglia, nella scuola, nella Chiesa. Regnate nella nostra patria, affinché tutti i cittadini, nell'ordine e nell'armonia delle classi sociali, si sentano figli di uno stesso Padre celeste, chiamati a cooperare al comune bene temporale, felici di appartenere all'unico Corpo Mistico, di cui il Vostro Sacramento è insieme simbolo e imperitura sorgente. Regnate, o Re dei re e «Signore dei signori», su tutte le nazioni della terra e illuminate i reggitori di ciascuna, affinché ispirandosi al Vostro esempio, nutrano «pensieri di pace e non di afflizione». O Gesù Eucaristico, fate che tutti i popoli servano liberamente a Voi, consapevoli che «servire a Dio è regnare». Il Vostro Sacramento, o Gesù, sia luce alle menti, forza alle volontà, attrazione dei cuori. Sia Esso sostegno ai deboli, conforto ai sofferenti, viatico di salvezza ai morenti; e a tutti, «pegno di futura gloria». Così sia.

Vigilia del Congresso Eucaristico internazionale di Monaco di Baviera, 29 luglio 1960.

O divino Redentore, che quotidianamente sui nostri altari offri all'Eterno Padre per la vita del mondo il sacrificio del Corpo e del Sangue tuo, salva il genere umano dal pericolo della morte. Salva gli uomini, specialmente dalla morte che è più da temere, da quella spirituale, alla quale tanti sono esposti o miseramente soggiacciono. Fa che noi sempre più abbiamo fame e sete di te, vivente nel Tabernacolo come sotto una tenda innalzata in seno alla Chiesa militante, affinché, guidati dalla tua luce e accesi dal tuo amore, possiamo felicemente attraversare il deserto periglioso di questo mondo

e giungere alla terra promessa all'umanità da te redenta, il paradiso della vita celeste e immortale.

Conclusione del Congresso Eucaristico internazionale di Monaco di Baviera, 7 agosto 1960.

O Gesù Benedetto...scenda ora la tua benedizione, apportatrice di pace e di amore, scenda su quanti oggi, in questa Roma e nel mondo intero, ti hanno manifestato solennemente la loro adorazione;

scenda su le case, santificate dal tuo passaggio, a impreziosirvi il dovere, a fecondarvi il dolore, a togliere quanto ti dispiace; scenda anche sui lontani, su gli indifferenti, su gli avversari, a far loro sentire la pungente nostalgia di un definitivo ritorno. O Signore Gesù, benedici in modo speciale questa tua Città, che oggi è davanti a Te nella sua triplice compagine, religiosa, civica e sociale: suscita in essa un santo fervore di opere, un salutare rinnovamento del costume, un provvido rafforzamento della famiglia: chiama al tuo servizio eucaristico schiere sempre più numerose di apostoli, che come germogli di olivo circondino il tuo altare. E sii per tutti i cuori luce di soavità, balsamo di conforto, forza di buon proposito: fiat, fiat.

Roma, Festa del Corpus Domini, 16 giugno 1960.

O Gesù, riguardaci dal tuo Sacramento come il Dottore Angelico ti invoca e ti invoca con lui la Santa Chiesa. O Iesu, bone pastor: questo è il gregge, che tu hai adunato dai quattro punti della terra; il gregge che ascolta la tua parola di vita, e si propone di custodirla, praticarla, diffonderla. È il gregge che ti segue docile, o Gesù; e che nel Concilio Ecumenico ama tanto vedere riflesso il tuo volto amabile nei lineamenti della Chiesa tua, madre di tutti, madre che a tutti apre le braccia e il cuore, che tutti i suoi vescovi qui attende trepidante e fiduciosa. O Gesù, cibo soprasostanziale delle anime a te accorre questo popolo immenso. Esso si volge a considerare la sua umana e cristiana vocazione con nuovo slancio di interiore virtù, con prontezza al sacrificio, di cui tu desti saggio inimitabile verbo et exemplo, con la parola e con l'esempio.

Fratello primogenito dell'uomo redento. Tu hai preceduto i passi di ciascun uomo, segnalate e perdonate le colpe di ciascuno, sollevate tutti e ciascuno a più nobile, più convinta, più operosa testimonianza di vita. O Gesù, panis vere, unico e solo cibo sostanzioso delle anime, raccogli tutti i popoli attorno alla mensa tua: essa è divina realtà sulla terra, e pegno di favori celesti, è sicurezza di giuste intese tra le genti e di pacifiche competizioni per il vero progresso della civiltà. Nutriti da te e di Te, o Gesù, gli uomini saranno forti nella fede, gioiosi nella speranza, operosi nelle molteplici applicazioni della carità. Le volontà sapranno superare le insidie del male, le tentazioni dell'egoismo, le stanchezze della pigrizia. E agli occhi degli uomini retti e timorati apparirà la visione della terra dei viventi, di cui il progrediente cammino della Chiesa militante vuol essere l'immagine, nell'atto di far risuonare nel mondo universo le prime voci, arcane e soavissime, della città di Dio.

Sì, o Gesù: Tu nos pasce, nos tuere. Tu nos bona fac videre in terra viventium. (Tu nutri e proteggi noi tutti. Mostraci i beni nella terra dei viventi).

Roma, Processione del Corpus Domini, 21 giugno 1962.

 


 

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