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DELEGATO APOSTOLICO

AD ISTANBUL

Angelo Roncalli a Istanbul

 

Nel novembre 1934, mons. Roncalli riceve la nomina a delegato apostolico in Turchia e in Grecia, con residenza stabile ad Istanbul. Qui i cattolici sono ancor meno che in Bulgaria e la vita religiosa in questi paesi non è facile. Pochi mesi dopo l'arrivo ad Istanbul di mons. Roncalli, il Governo turco emana una legge che proibisce ai sacerdoti l'uso dell'abito sacro; d'altra parte, nella Turchia di quei tempi, ancor fortemente influenzata dal laicismo di Stato di Kemal Ataturk, il Governo non riconosce ufficialmente l'esistenza della rappresentanza pontificia, così il delegato deve sempre stare in guardia per non rischiare di venire accusato di trasgredire in qualunque modo le leggi dello Stato. Anche in Grecia mons. Roncalli deve fare i conti con la proibizione di ogni propaganda religiosa e con il sospetto con cui sono visti i fedeli di Roma, in un paese di stretta osservanza ortodossa. Ma lui sa praticare la pazienza e la carità in un modo fuori del normale, agendo sempre con la massima prudenza e riuscendo ad appianare non poche difficoltà.

Angelo Roncalli a IstanbulContinua poi a coltivare attivamente le relazioni amichevoli con i rappresentanti delle Chiese ortodosse, che già ha praticato durante il suo soggiorno in Bulgaria. Come scrive alla sua partenza da Sofia un religioso di laggiù: "Con la sua azione personale, la sua affabilità, la sua comprensione della situazione, egli ha contribuito efficacemente al riavvicinamento degli spiriti, dissipando molti pregiudizi che persistevano in certi ambienti". In Turchia, e soprattutto in Grecia, prosegue questo apostolato ecumenico: "Tutto quello che era cristiano l'attirava -scrive mons. Vuccino, arcivescovo cattolico greco.

Volentieri egli batteva alla porta dei monasteri e delle chiese ortodosse per ammirare e venerare le antiche icone, i meravigliosi mosaici, i manoscritti degli antichi tempi. Andò anche a visitare i monaci del Monte Athos, tutti stupiti di vedere in mezzo ad essi il rappresentante del vescovo dell'antica Roma". Visita pure il patriarca ortodosso di Costantinopoli nella sua sede del Fanar e vuole dare alle cerimonie cattoliche una maestà liturgica che favorevolmente impressiona i fratelli d'Oriente. Quando Pio XI muore, nella cattedrale cattolica di Istanbul vengono invitati, per il pontificale in suffragio del defunto, tutti i rappresentanti delle Chiese ortodosse e cattoliche orientali; il rito si svolge con uno splendore mai visto ad Istanbul e mons. Roncalli vuole che, al termine del pontificale, le cinque assoluzioni al tumulo, in uso per la morte di un Papa, vengano date, oltre che da lui personalmente, da quattro rappresentanti dei riti orientali. Nella bufera della guerra. Durante la seconda guerra mondiale, mons. Roncalli svolge un'attiva opera a favore dei rifugiati, dei feriti, dei prigionieri di guerra; protegge le popolazioni e i soldati italiani (dopo 1'8 settembre 1943) dai tedeschi, riuscendo anche ad ottenere che Atene, come Roma, venga dichiarata "città aperta" dalle due parti in lotta, risparmiandola ai bombardamenti. Notevole soprattutto la sua perizia nel sottrarre gli ebrei alla caccia spietata che danno loro le truppe naziste e il suo riuscito intervento per mitigare il blocco della flotta inglese alle coste della Grecia, che permette l'importazione di viveri che salva il popolo greco dalla fame.

 

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